Incontrare le Persone

di Gianni Faccin –

L’attività

Come oggi interagiamo con le persone

Spesso ci viene richiesto come si svolga la nostra attività. Beh, è un lavoro non facile, spesso faticoso, ma è qualcosa di straordinario in quanto è veramente nutriente sia per chi lo pratica, sia per chi ne diventa destinatario.

In ogni caso si tratta di “incontrare le Persone, ponendole al centro dell’attenzione”.

L’attività, nell’ambito del “progettoDIMMItiASCOLTO”, viene svolta soprattutto attraverso incontri-colloqui in cui viene attivato l’ascolto attivo delle persone e la condivisione dei problemi, assicurando alle stesse la massima riservatezza.

Inizialmente esiste una prima fase che è l’accoglienza a cui seguono immediatamente il contatto, la presentazione e l’avvicinamento tra chi accoglie e l’interlocutore. Quasi subito, intrecciandosi con la prima fase, avviene il cosiddetto primo ascolto, che può prevedere anche più incontri. In questa fase la persona si fa conoscere, viene facilitata ad aprirsi e presenta il presunto problema. Si ascolta e si condivide restando nei temi portati dalla persona stessa. Ponendo domande aperte, senza giudizio o critica, e riformulando quanto portato dalla persona in modo da «confermare» quanto viene comunicato e favorirne la consapevolezza. Questa fase è fondamentale e spesso decisiva. Infatti già dopo questi incontri la persona più consapevole di sè si sentirà meglio (sollevata e leggera). Accoglienza e primo ascolto si compenetrano, strada facendo.

A questo punto possono aggiungersi altre due fasi distinte e successive: l’ascolto solidale e l’ascolto profondo. L’ascolto solidale è una fase avanzata che risponde ai bisogni della persona legati a cambiamenti importanti, a decisione inevitabili, ad eventi della vita, ad incertezze esistenziali. In questa fase esistono almeno tre direttrici: «sostegno», «orientamento» e «attività di consulenza». L’attività di sostegno: riguarda uno o più incontri per valutare un co- progetto, per esempio un intervento in rete di accompagnamento, un affiancamento personalizzato, un aiuto economico grazie all’utilizzo dei fondi gestiti da Gsm San Giorgio Odv o da altri enti o associazioni in rete, oppure di aiuto motivazionale, educativo o sociale grazie all’attivazione di nuove relazioni. L’orientamento riguarda incontri mirati ad accompagnare la persona verso una sua iniziativa di ricerca di lavoro, di definizione piani di studio, di scelta di attività di volontariato. L’attività di consulenza riguarda incontri e cicli di incontro anche reiterati per affrontare temi esistenziali di rilievo con ricorso al counselling relazionale. In tal caso l’azione vuole essere più preventiva che curativa e intervenire laddove non possono intervenire altre entità anche specializzate. Infine c’é la quarta fase, l’ascolto profondo che punta molto sulla condivisione di sè. E’ un lavoro in profondità che va a toccare la propria identità, la propria consapevolezza e i propri stati emotivi. Anche in questo caso si ricorre alle abilità di counselling, soprattutto relazionale. Si propone alla persona di affrontare con decisione il proprio sè e il rapporto con gli altri, in vista di un vero cambiamento.


Immagine e riferimenti: da Aiuto efficace – Counselling on the road di Gianni Faccin 2022


Ripartiamo dall’Ascolto

a cura della Redazione –

… non soltanto stile di vita

Noi di “progetto”, siamo un gruppo di persone che offrono un servizio alla collettività e che fanno dell’Ascolto uno stile di vita personale vissuto e proposto costantemente.

Nel decennale in corso della nostra attività, ci siamo fermati per ripercorrere quanto costruito e fare il consueto necessario discernimento. Si tratta anche di riprendere il filo dei nostri ideali, ma anche e soprattutto dei nostri bisogni, che occorre incontrare e riconoscere per poter essere veramente utili agli altri.

Ecco che sta prendendo forma in queste settimane un nuovo modo di essere nella comunità e che prevede di ripartire dall’Ascolto, con un approccio che diventa profondo e solidale. E’ una nuova modalità che fa seguito alle precedenti, di “primo ascolto e ascolto attivo”, di “ascolto e condivisione” e di “ascolto e counselling”, praticate fino ad oggi presso i diversi “punti di incontro” creati nel territorio.

E in quest’inizio del 2022, ripartiamo innanzitutto da quella pratica che è detta dell’Ascolto profondo.

Esso, per dirla con un noto monaco e attivista, è sapersi fermare e sapersi far pervadere dall’oggetto del nostro ascolto diventando uno con esso, che sia al nostro interno o al nostro esterno. Per ascoltare in modo nuovo, è necessario rimuovere le percezioni erronee che si hanno su se stessi e sugli altri: in questo modo si trasforma anche il modo di parlare, e la parola diventa strumento di felicità anziché portatrice di sofferenza. All’ascolto profondo ci si avvicina tramite la condivisione

In questo periodo scriveremo ancora su questo tema anche in relazione alle nostre riflessioni e alle nuove determinazioni che saranno in atto.

A presto.

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Citazione e titolo by Redazione – Coordinamento di progettoDIMMItiASCOLTO del 17/2/2022

Immagine: condivisione by Pixabay

Riferimenti nel testo: da Un ascolto profondo di Thích Nhất Hạnh, monaco, poeta, scrittore e attivista


L come Lacrime

(da versare al bisogno per fare una gentilezza a noi stessi)

di Annamaria Sudiero –

Ci hanno sempre detto che piangere ci fa apparire deboli e quindi non dobbiamo farlo. Credo invece che in certi momenti della vita piangere sia, come dire… “un toccasana”!

Girando sul web mi sono imbattuta in questo brano, attribuito alla psicologa e filosofa russa Anna Kiryanova. Non ho le competenze per appurare se ciò che è scritto sia effettivamente vero, se i lacrimatoi esistessero davvero o fossero solo delle ampolle che contenevano unguenti a cui sia stato dato erroneamente questo uso, ma mi è piaciuto il significato e vorrei proporvelo tale quale come l’ho trovato.

“A volte il dolore deve essere pianto. Va vissuto e superato. Solo così si può guarire dal dolore e dalla tristezza.

Quanto dura il dolore? Quando il cuore si calmerà e passerà il dolore della perdita?

Secondo la scienza, serviranno due o tre mesi per farlo passare… Ma a volte, se avete perduto una persona cara, se siete stati traditi, abbandonati o privati dei beni, il dolore non passa per tutta la vita, può solo diventare meno forte, specialmente se la persona l’ha affrontato con il coraggio e la forza.

Gli antichi pensavano: il dolore passerà quando avrete pianto le vostre lacrime, e avevano dei lacrimatoi per la raccolta delle lacrime di dolore. Lo facevano anche nell’antica Roma. Quando la boccetta era piena le lacrime si versavano sulla tomba del defunto o si donavano agli dèi. Gli dèi avrebbero mandato una consolazione ad un cuore affranto.

Nell’Inghilterra vittoriana il lacrimatoio (“lachrimatory”) lo portavano al collo, come un medaglione. Quando scendevano le lacrime la boccetta si apriva e poi si chiudeva accuratamente. Passato un anno, si toglieva il coperchietto per far evaporare le lacrime. Insieme alle lacrime si evaporava anche il dolore, restava soltanto la memoria di una persona amata…

È una saggia invenzione, il lacrimatoio.  Una persona in lutto deve piangere il dolore, e, raccogliendo le lacrime, si trattiene dallo sprofondare nel baratro di un dolore ancora più grande.

Quando stai raccogliendo le tue lacrime con la tua boccetta, questo ti distrae. In un anno questa occupazione diventa un rituale, e i rituali sostengono e consolano, rafforzano le difese psicologiche: hai pianto la tua perdita, hai raccolto le tue lacrime, che poi si sono evaporate.

Finiva il brutto periodo, iniziava una nuova vita. E ti rimaneva un piccolo e delicato flacone, come un ricordo. Il dolore si trasformava in un ricordo. Forse è per questo che non esisteva la depressione, a quei tempi?

Ora non ci lasciano piangere, vogliono che iniziamo a pensare positivo e a sorridere, come se non fosse successo nulla. Anche le persone ormai vedono la tristezza come qualcosa di poco normale, una malattia.

A volte una depressione è un dolore non pianto o un lutto che è durato poco, perché è stato dato l’ordine di consolarsi, di sorridere, e di dimenticare (o fare finta di dimenticare).

Ma l’anima non dimentica nulla. Ecco a cosa servivano queste boccette; per raccogliere il dolore.

A volte il dolore va solo pianto”.

Di mio vi lascio un “pensiero in rima” scritto tempo fa che mi sembra possa essere una buona conclusione.

Lacrime
Come le gocce di rugiada rendono preziosa
la trama della ragnatela,
così lo sgorgare delle lacrime
la vera essenza del nostro animo rivela.
Non trattenerle, lasciale andare
e sulle labbra falle posare.
Dolce o amaro ne sentirai il sapore,
perché generate da gioia o dolore.
Commuoversi è diventato ormai
un sentimento raro,
trattenersi rende l'animo avaro.
Rete di lacrime

Immagini: Pexel e Spider-web


2022, un anno gentile

La gentilezza non solo fa bene, ma ci fa anche bene …

di Redazione progettoDiMMItiASCOLTO –

La venuta del nuovo anno è sempre un momento molto particolare per tutti noi in quanto è adatto sia per un resoconto di ciò che abbiamo vissuto negli ultimi 12 mesi, sia per darci nuove prospettive e, possibilmente, continuare a crescere. C’è il Capodanno e i giorni successivi che sono anche l’occasione giusta per augurare “il meglio” a noi stessi alle persone che più abbiamo vicino, nella speranza che le cose vadano per il verso giusto. E c’é anche Epifania, che significa “manifestazione divina”.

Molti stimoli significativi per reciproci auguri. Ma dipende dal nuovo anno che le cose vadano per il verso giusto? O dipende da noi?

Belle domande.

Se nel tempo che verrà, che inesorabilmente prenderà il posto del precedente e ovviamente passerà il testimone al successivo, riusciremo a trovare modalità di vita più umane le cose andranno più agevolmente per il verso giusto.

Per esempio adottando la “gentilezza autentica” come stile di vita.

Ecco la proposta in dieci punti, come suggeritoci da una nostra cara amica e collaboratrice (*):

  1. SORRIDI QUANDO ASCOLTI
  2. TACI … SE E’ MEGLIO
  3. ABBASSA LA TUA VOCE
  4. CERCA NELL’ERRORE LA FRAGILITA’ (E ACCETTALO)
  5. ASSUMI LA DIFESA SOLO DI CIO’ CHE E’ INDISPENSABILE
  6. PRENDI IN GIRO LE TUE PAURE
  7. RESTA A FIANCO, NE’ DAVANTI NE’ DIETRO
  8. NON AVER FRETTA DI ARRIVARE ALLE CONCLUSIONI
  9. «CERCA» LE PAROLE
  10. E … RICORDA: LA GENTILEZZA
  • CI RENDE GENTILI
  • CI RENDE PIU’ VASTI
  • NOBILITA IL MONDO INTERO

.

Quindi facciamoci un regalo: che il 2022 ci veda in prima fila nella gentilezza e che il nuovo anno sia un anno gentile!

Almeno credo


Citazione: https://www.stateofmind.it/2021/11/giornata-internazionale-della-gentilezza/

Immagini: in evidenza by Pixabay Silent – in chiusura by MusicVideos (da videoclip Ligabue – Almeno credo)

Riferimenti: (*) da proposte di Anna Maria Savegnago (psicologa e psicoterapeuta) in occasione della formazione ai volontari di “progetto” nell’incontro di chiusura del corso Coinvolgersi senza Perdersi 2021 (1 dicembre 2021)


Il cuore ha radici?

di Gianni Faccin –

Se ci si fermasse ad ascoltare il lavoro delle radici, chi riuscirebbe a dormire?

E il cuore ha radici? Pare di sì.

Dicono “va dove ti porta il cuore”. Ma sappiamo ascoltarlo veramente? Riusciamo a comprendere i suoi messaggi? Riusciamo ad arrivare alle sue radici? Forse è meglio che ci fermiamo, respiriamo e ascoltiamo …

Pare che non ci riusciamo a trovarle queste radici, eppure esse sono la nostra essenza. Ma per trovarle dobbiamo cominciare a cercarle …

Abbiamo perso le radici del cuore
Cosa manca? La tenerezza
Perché non la sentiamo più?
Non ci mettiamo più nei panni dell'altro
E perché non lo facciamo?
Siamo troppo infelici, troppo addolorati, e con l'infelicità seduta sul cuore
e il dolore seduto sullo stomaco, non fai un passo ... Non ti muovi.
Non cerchi di capire l'altro.
Di ascoltarlo.
Di dare all'altro quello che vorresti per te.
Vicinanza, compressione, tenerezza.
Ci piangiamo addosso e basta.
Cosa ci provoca questa infelicità e questo dolore?
Ci sentiamo soli e abbandonati
Perché ci sentiamo così?
Abbiamo perso le poche certezze che avevamo.
Ad esempio?
Le radici, abbiamo perso le radici del cuore.

Ecco, oggi il miglior augurio è di fermarsi e cercare le radici del proprio cuore!

Buon Natale.


Citazione: da testi di Fabrizio Caramagna

Immagine: L’albero della vita by Pixabay

Versi: da testi di Michele De Paolis


S come Sorriso

il più semplice gesto di gentilezza

di Annamaria Sudiero –

“Grazie al tuo sorriso, rendi la vita più bella”.

È il gesto più semplice per andare incontro agli altri, per essere gentili: il sorriso.

Ma ce ne sono di molti tipi, possono essere di scherno, di convenienza, di circostanza, di derisione, di compiacimento, può dunque essere declinato in vari modi. Ma i sorrisi sono tutti veri? Sono tutti un segno di gentilezza?

Forse l’unico che può indicare gentilezza è il sorriso genuino, sincero, detto anche sorriso di Duchenne, dal nome del neurologo francese che lo scoprì svolgendo studi sull’infanzia. Credo possiamo tutti dire che i bambini siano le persone più sincere, perché non conoscono ancora certi atteggiamenti che invece possono mettere in atto gli adulti.

È il sorriso che coinvolge le labbra e soprattutto gli occhi. Certamente il periodo che stiamo vivendo non aiuta! La mascherina nasconde le nostre labbra, ma se il sorriso è sincero gli occhi brillano, si accendono, e, sopra la mascherina, lo sguardo è ancora più evidente. Gli occhi sono direttamente collegati con il cuore, con la nostra anima, uno sguardo può diventare abbraccio!

È quindi possibile riconoscere e intuire quale sia lo stato d’animo della persona che incontriamo tramite il suo sorriso. Un sorriso vero e sincero è l’unico in grado di comunicare il meglio di noi ed è molto importante prendersene cura, praticarlo ogni giorno.

Quando cammino per la strada mi piace sorridere alle persone che incontro, mi sembra, appunto, un gesto gentile. E nel farlo mi piace guardale negli occhi. Non sempre incrocio il loro sguardo, non sempre ricambiano il sorriso, o il saluto e questo mi lascia un po’ di tristezza perché, essendo per me un gesto naturale, mi chiedo come mai non lo ricambiano, cosa starà passando per la loro mente, cosa staranno vivendo in cuor loro. Ma io non demordo, continuo a farlo, vorrei diventasse contagioso, questo sì sarebbe un “virus” che anziché debellare si dovrebbe iniettare, come una medicina.

Durante una passeggiata col mio caro “amico a quattro zampe” Baloo è nato un semplice “pensiero in rima” che vi propongo.

Anche lui, che ci crediate o no, a suo modo mi sorrideva. Con i suoi occhi, così espressivi, che sono veramente lo specchio dell’anima. Si, anche nei nostri amici animali! Me ne sono resa conto quando Baloo se n’è andato… quegli occhi li ho guardati, ma non ci ho più trovato la sua anima.

SORRISI  

Cammini per strada, il cuore colmo di malinconia,
hai solo voglia di andare via.
La mente avvolta nella nebbia dei tuoi pensieri,
nessuno può colorare i tuoi giorni neri.
Incontri qualcuno, c'è una luce su quel viso,
ti sta offrendo il suo sorriso.
Da quella luce lasciati inondare, 
quel sorriso prova a ricambiare.
I giorni neri riprenderanno colore
perché i sorrisi riscaldano il cuore.
.
Smiley

Citazione: Thich Nhat Hanh

Immagini: dal web, Children e Smiley

Versi: Sorrisi, di Annamaria Sudiero


I colori sono magia

di Beatrice Bertoli –

I colori sono capaci di cambiarci l’umore e renderci diverso il resto della giornata.

Sono tutti significativi ed è la nostra anima che ci guida verso di loro.

Quando siamo giù di morale ci va di vestirci di nero , un non colore, mentre all’ altare, per la sposa, è d’obbligo il bianco.

Ma cosa significa il bianco, per esempio?   Il bianco è purezza, evoca il bianco delle colombe, è verità e in particolare nel giorno del matrimonio è votato a portare questi valori.

E’ stato poi dimostrato che una donna in rosso attira l’ attenzione: il rosso evoca il sangue, elementi ancestrali che, se indossati,ci portano ai nostri istinti e alle nostre origini.

Il blu è il colore dell’ acqua e porta pace, già alzare la testa e volgerla verso il blu del cielo ci dà serenità.

Poi ci sono i colori secondari :

Il verde: colore della natura dato dal giallo (sole e vita) più il blu (acqua) è un colore che dà calma ed equilibrio in quanto la forza del giallo è mitigata dal fresco dell’ acqua.

L’ arancione: la forza del rosso è mescolata con la vita che porta il giallo, anche in questo caso il rosso primario viene contentuto dalla vita portata del giallo, l’arancione è infatti un colore che, se pensato, allevia l’ ansia.

Il viola:  la profondità del blu viene a contatto con la forza del rosso, l’acqua che calma il fuoco, è infatti un colore meditativo, che piace alle persone malinconiche.

L’ arte è una vera panacea per tutti i mali e, quando mi mettevo a dipingere con i colori a olio, ero stanca anche fisicamente, garantendomi questo una nottata di grande sonno.

Buttare fuori la nostra anima attraverso i colori è un curare noi stessi perché diamo spazio al dentro, abituati come siamo, sempre a guardare fuori.

Vogliamo imparare ad ascoltare la nostra anima?

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Immagini: in evidenza immagine by Pixabay Palloncini – altra immagine foto manufatto di Annamaria Sudiero Armonia

Armonia


Gentilezza e colori

di Fania Borin –

Gentilezza è...

Gentilezza è disponibilità
è un moto dell’anima
rosa antico verde
Gentilezza è un sentimento vitale
è attenzione per l’altro
celeste giallo
Gentilezza è benevolenza è cura dell’altro
azzurro giallo
Gentilezza è esserci sempre nella relazione
è uno stato che parte da dentro
arancione lilla
Gentilezza è non crudeltà
è calore è sorriso
verde giallo azzurro
Gentilezza è una carezza
è rispetto
color vinaccia lilla
Gentilezza è l’armonia colorata della vita
.

Qualcuno dice che la gentilezza sia la capacità che abbiamo nel rapporto con gli altri. E la capacità di stare nei conflitti.

In realtà, io penso sia qualcosa di più. Dicendolo con Carofiglio la gentilezza è certamente un’abilità che si impara e che promana da una scelta umana. Essa non c’entra nulla con le buone maniere, né con l’essere miti, ma disegna un nuovo modello di uomo civile, che accetta il conflitto e lo pratica secondo regole, in una dimensione audace e non distruttiva. Per questo la gentilezza, insieme al coraggio, diventa una dote dell’intelligenza, una virtù necessaria a trasformare il mondo… “Gentilezza” insieme a “coraggio” significa prendersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio essere nel mondo, accettare la responsabilità di essere umani.

Ci vuole molta attenzione al buon uso delle parole e ad affidarele loro un significato. Le parole possono acquistare una colorazione diversa a seconda di come ci poniamo e di come le vogliamo usare.

Parole e colori, dunque. Può essere un’accoppiata felice.

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Commento: by Gianni Faccin

Immagini: Gentilezza colorata e Tulipani by Pixabay

Riferimenti: dal libro Della gentilezza e del coraggio di Gianrico Carofiglio Ed. Feltrinelli 2020

Testo: versi curati dall’Autrice con il contributo del Gruppo CsP di Schio (ottobre 2021)

Tulipani

Costruiamo ben-essere con la Gentilezza

(viaggio fra le parole, per costruire ben-essere)

di Annamaria Sudiero –

La gentilezza a parole crea confidenza. La gentilezza nei pensieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore.                   

Spesso le mie riflessioni si tramutano in immagini. Mi sono rivista bambina, quasi adolescente, giocare con le bolle di sapone. Ma, in particolare, mi piaceva bagnare con il sapone un angolo del tavolo della cucina e poi soffiarci sopra con la cannuccia, forse lo avrete fatto anche voi. Ne usciva così una mezza sfera, fin qui tutto facile. Il mio divertimento stava però nel cercare di creare, all’interno di questa, altre bolle. Ma appena avvicinavo la cannuccia… puff! La bolla inevitabilmente si rompeva. Dovevo trovare l’arma giusta per poter penetrare… no! Meglio dire… trovare la giusta risorsa per entrare delicatamente in quella fragile bolla. Cambia un po’ la percezione del discorso vero? È meno pesante, più gentile. Voglio dire, facendo forse un banale esempio, che le parole possono essere delicate e leggere, come bolle di sapone appunto, o pesanti come macigni e schiacciare, distorcere, appesantire, ciò che si vuol dire. 

Se immaginiamo che ognuno di noi sia una bolla, le parole e i gesti con i quali cerchiamo di entrare in sintonia con gli Altri, non possono essere certo duri, minacciosi. Devono essere gentili.

Solo così possiamo entrare delicatamente nel mondo altrui, con la mano tesa, col sorriso. Se ci presentiamo con la mano serrata in un pugno, con la faccia imbronciata, chi mai vorrà avere a che fare con noi? Come possiamo pretendere di avvicinarci ad una bolla di sapone con uno spillo e non farla scoppiare?

La gentilezza si può coniugare nelle parole, nei gesti, nei modi di rapportarci e inoltre può essere molto contagiosa. Cominciamo da noi stessi, gli Altri ci seguiranno.  Di parole per poter essere gentili ne conosciamo già tante: grazie, scusa, mi manchi, per favore, come stai, posso aiutarti, bravo, bentornato… E mille altre ancora. E cominciando dalle parole i gesti seguiranno spontaneamente.

Giusto per la cronaca, alla fine sono poi riuscita a non far scoppiare la bolla. Con l’astuccio di una penna Bic, il cui foro era più piccolo, più smussato di quello della cannuccia, meno tagliente, più “gentile” insomma. Sono riuscita a soffiarne anche un paio, una dentro l’altra.

Forse è così, dalle piccole cose, che possiamo imparare ad essere gentili e pazienti. Sicuramente è un buon esercizio!

Tutto ciò che conta è la gentilezza

Lo so che sembra un’ovvietà

Ma è una verità

pensa a tutte le cose brutte del mondo

E poi pensa a te

Pensa a tutti i guai che hai affrontato

E poi pensa a tutte le facce gentili che ti hanno aiutato a superarli

Sono state loro a ricordarti il tuo potere

E nei giorni in cui ti senti senza scampo

Ricorda che è una necessità umana elementare

inondare gli altri di gentilezza, compassione, carrettate d’amore

Indipendentemente dalla razza, dal sesso, dalla collocazione e dai beni materiali

Sarà la gentilezza nel suo significato più essenziale

A portarci da questo oscuro presente

A un tempo verbale più speranzoso, promettente.

Citazione: Mao Tse-tung

Immagini: Bolle e Gentilezza by Pixabay

Versi: La Gentilezza di Charly Cox

Bolla

La parola

di Gianni Faccin –

Quando sembra andare tutto storto, non è sempre facile mantenere il sorriso sulle labbra. La capacità di vedere l’opportunità nascosta dietro la crisi non è da tutti. A volte però bastano poche semplici parole per aiutarti a ribaltare la prospettiva.

Riprendiamo dopo la corposa pausa d’estate, durata più del previsto, in un momento che in tantissimi ci vede ancora lottare contro qualcosa di invisibile ma che è invece tangibile nelle sue ripercussioni: non soltanto minaccia alla salute ma anche timori, rabbie, incertezze, scelte …

Questo blog ha un duplice scopo.

Il primo è quello di offrire ai lettori, ma anche agli stessi redattori, nonché agli operatori volontari che aderiscono e partecipano al “progetto”, momenti di attenta riflessione e di ascolto di sé, sui temi che da tempo sosteniamo ed affrontiamo, perché ritenuti fondamentali per il ben-essere personale e comunitario.

Il secondo è quello di affiancare il lavoro di servizio alla comunità che, come è noto, vuole offrire momenti di crescita personale a chiunque ne senta la necessità. Per servizio s’intende sia l’attività strutturata di “ascolto profondo” delle persone, sia l'”attività formativa” che direttamente o con l’aiuto di altre associazioni partner da anni viene proposta.

Entrambe queste attività si avviano ormai verso il traguardo dei 10 anni.

Oggi più che mai è importante – a mio avviso – impegnarsi a guardare il “viaggio” con occhi attenti e diversi. E’ il famoso tema del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Tutti siamo portati a vederlo mezzo vuoto (vedere i lati negativi degli eventi), ma possiamo scegliere di fare uno sforzo mirato, quello di vederlo mezzo pieno (vedere i lati positivi).

Giulia D.G., parlando di ottimismo, afferma che anche le parole hanno un potere immenso: “L’ottimismo è quella sensazione che, anche dopo una giornata in cui è andato tutto storto, non ti fa perdere il sorriso sulle labbraÈ la capacità di vedere l’opportunità in un momento di crisi. Se la possiedi, sei davvero fortunato. Sarai sempre in grado di rialzarti dopo una brutta caduta e di trasmettere il tuo entusiasmo anche alle persone che ti stanno attorno. Ma se ti sembra che in questo momento è un sentimento che non corrisponde al tuo stato d’animo, forse qualche parola potrebbe aiutarti a ribaltare la prospettiva e tornare a vedere il bicchiere mezzo pieno ...”.

Ecco, ottimismo, sorriso, opportunità, rialzarsi, parola …, ma anche bicchiere, vuoto, pieno…, e potremmo continuare.

Salta agli occhi del buon osservatore come questo che si propone a tutti sia un processo e non un semplice riposizionamento. Ecco perché prevede una scelta e uno sforzo, in quanto costa fatica.

Come gruppo di redazione abbiamo deciso di proseguire questo blog per il prossimo periodo editoriale, muovendo dalla parola e dai suoi significati, aprendo ad ombrello sulla nostra realtà, senza ignorare ciò che appare come negativo, ma facendo luce su quanto c’è di positivo e utile in ogni situazione.

E stiamone certi … c’è sempre.

Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.

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Citazioni: iniziale di Giulia D.G. – finale di Khalil Gibran

Immagine: by Pixabay – il bicchiere