di Gianni Faccin –
Se ci si fermasse ad ascoltare il lavoro delle radici, chi riuscirebbe a dormire?
E il cuore ha radici? Pare di sì.
Dicono “va dove ti porta il cuore”. Ma sappiamo ascoltarlo veramente? Riusciamo a comprendere i suoi messaggi? Riusciamo ad arrivare alle sue radici? Forse è meglio che ci fermiamo, respiriamo e ascoltiamo …
Pare che non ci riusciamo a trovarle queste radici, eppure esse sono la nostra essenza. Ma per trovarle dobbiamo cominciare a cercarle …
Abbiamo perso le radici del cuore Cosa manca? La tenerezza Perché non la sentiamo più? Non ci mettiamo più nei panni dell'altro E perché non lo facciamo? Siamo troppo infelici, troppo addolorati, e con l'infelicità seduta sul cuore e il dolore seduto sullo stomaco, non fai un passo ... Non ti muovi. Non cerchi di capire l'altro. Di ascoltarlo. Di dare all'altro quello che vorresti per te. Vicinanza, compressione, tenerezza. Ci piangiamo addosso e basta. Cosa ci provoca questa infelicità e questo dolore? Ci sentiamo soli e abbandonati Perché ci sentiamo così? Abbiamo perso le poche certezze che avevamo. Ad esempio? Le radici, abbiamo perso le radici del cuore.
Ecco, oggi il miglior augurio è di fermarsi e cercare le radici del proprio cuore!
Buon Natale.
Citazione: da testi di Fabrizio Caramagna
Immagine: L’albero della vita by Pixabay
Versi: da testi di Michele De Paolis