(viaggio fra le parole, per costruire ben-essere)
di Annamaria Sudiero –
La gentilezza a parole crea confidenza. La gentilezza nei pensieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore.
Spesso le mie riflessioni si tramutano in immagini. Mi sono rivista bambina, quasi adolescente, giocare con le bolle di sapone. Ma, in particolare, mi piaceva bagnare con il sapone un angolo del tavolo della cucina e poi soffiarci sopra con la cannuccia, forse lo avrete fatto anche voi. Ne usciva così una mezza sfera, fin qui tutto facile. Il mio divertimento stava però nel cercare di creare, all’interno di questa, altre bolle. Ma appena avvicinavo la cannuccia… puff! La bolla inevitabilmente si rompeva. Dovevo trovare l’arma giusta per poter penetrare… no! Meglio dire… trovare la giusta risorsa per entrare delicatamente in quella fragile bolla. Cambia un po’ la percezione del discorso vero? È meno pesante, più gentile. Voglio dire, facendo forse un banale esempio, che le parole possono essere delicate e leggere, come bolle di sapone appunto, o pesanti come macigni e schiacciare, distorcere, appesantire, ciò che si vuol dire.
Se immaginiamo che ognuno di noi sia una bolla, le parole e i gesti con i quali cerchiamo di entrare in sintonia con gli Altri, non possono essere certo duri, minacciosi. Devono essere gentili.
Solo così possiamo entrare delicatamente nel mondo altrui, con la mano tesa, col sorriso. Se ci presentiamo con la mano serrata in un pugno, con la faccia imbronciata, chi mai vorrà avere a che fare con noi? Come possiamo pretendere di avvicinarci ad una bolla di sapone con uno spillo e non farla scoppiare?
La gentilezza si può coniugare nelle parole, nei gesti, nei modi di rapportarci e inoltre può essere molto contagiosa. Cominciamo da noi stessi, gli Altri ci seguiranno. Di parole per poter essere gentili ne conosciamo già tante: grazie, scusa, mi manchi, per favore, come stai, posso aiutarti, bravo, bentornato… E mille altre ancora. E cominciando dalle parole i gesti seguiranno spontaneamente.
Giusto per la cronaca, alla fine sono poi riuscita a non far scoppiare la bolla. Con l’astuccio di una penna Bic, il cui foro era più piccolo, più smussato di quello della cannuccia, meno tagliente, più “gentile” insomma. Sono riuscita a soffiarne anche un paio, una dentro l’altra.
Forse è così, dalle piccole cose, che possiamo imparare ad essere gentili e pazienti. Sicuramente è un buon esercizio!
Citazione: Mao Tse-tung
Immagini: Bolle e Gentilezza by Pixabay
Versi: La Gentilezza di Charly Cox