Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età
Dopo l’estate porta il dono usato della perplessità …
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità
Come scintille bruciano nel tuo fuoco le possibilità …
Viene settembre, per nulla silenzioso né lieve. E noi, due mesi fa, ci eravamo dati ancora una volta appuntamento, un appuntamento che segue ai recenti, torridi e complicati mesi estivi. Oggi riprendiamo con il blog e, a seguire, gradualmente, con le nostre attività.
Ripartiamo ancora, senza stancarci riportando la nostra barra a dritta, quella dritta, fuor di metafora, fatta di ascolto attivo, empatia, riflessività, gestione delle emozioni, non giudizio e distanza. Lo facciamo riprendendo un pezzo di un noto professionista della relazione d’aiuto (1) che a sua volta si rifà alle cosiddette competenze del counseling. (2)
Per una miglior metabolizzazione proponiamo il pezzo in tre puntate decadali. Oggi la prima.
““… le tecniche e i principi del counseling non sono riservati esclusivamente ai professionisti; al contrario, possono essere applicati da chiunque voglia migliorare la qualità delle proprie relazioni e il modo in cui offre sostegno agli altri. In questo articolo descriviamo, in una panoramica sommaria, le competenze di base del counseling e come possano essere integrate nella vita quotidiana per diventare un punto di riferimento empatico e di supporto per le persone che ci circondano.
Ascolto attivo – È il primo passo per saper aiutare efficacemente. Questo tipo di ascolto va oltre il semplice udire le parole dell’altro; si tratta di una forma di ascolto profondamente coinvolta, in cui chi ascolta si concentra non solo sui contenuti, ma anche sui sentimenti, sui pensieri sottostanti e sul linguaggio non verbale del proprio interlocutore.
L’ascolto attivo implica anche il non interrompere, il fare domande aperte e il riflettere le emozioni espresse dall’altro. Ad esempio, se un amico confida di sentirsi sopraffatto dal lavoro, una risposta tipica di ascolto attivo potrebbe essere: “Capisco che stai attraversando un momento difficile e che ti senti sotto pressione. Vuoi parlarne di più?” Questo tipo di risposta non solo mostra empatia, ma incoraggia anche l’altra persona a esplorare ulteriormente i propri sentimenti, creando uno spazio sicuro in cui può sentirsi veramente ascoltata e compresa.
Empatia – L’empatia è una delle competenze fondamentali del counseling e consiste nella capacità di mettersi nei panni dell’altro, comprendendone i sentimenti e le emozioni senza giudicare. Nella vita quotidiana, l’empatia può aiutare a creare connessioni più profonde e a migliorare la qualità delle relazioni.
Mostrare empatia non significa necessariamente essere d’accordo con tutto ciò che l’altro dice o fare finta di comprendere esperienze che non si conoscono. Si tratta piuttosto di riconoscere e validare le emozioni dell’altra persona, facendo sentire che i suoi sentimenti sono legittimi e importanti. Ad esempio, se un collega esprime frustrazione per un progetto fallito, una risposta empatica potrebbe essere: “Mi dispiace che tu stia passando questo momento difficile. Posso immaginare quanto sia frustrante vedere che i tuoi sforzi non hanno portato i risultati sperati.””
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Brano riportato nel testo: da Saper aiutare efficacemente – Comunicazione affettiva del 19 agosto 2024 – di Danilo Toneguzzi (vedi nota 1)
Citazione: da Canzone dei dodici mesi di Francesco Guccini
Immagine: Encounter, adattato by GiFa24 da Pixabay
Note: 1: Danilo Toneguzzi, Psichiatra e psicoterapeuta. Responsabile Progetto Comunicazione Affettiva. Direttore scientifico Istituto Gestalt Pordenone. 2: Le competenze di counseling (“counseling skills, o chiamate anche “soft skills”) rappresentano il bagaglio di chi opera nella relazione d’aiuto, e si acquisiscono normalmente attraverso percorsi di formazione professionalizzanti.