MENS SANA IN CORPORE SANO O …

Ho scritto qualcosa come testimonianza del corso fatto con Lidia. Passeggiando nel parco vicino a casa mi capita spesso di vedere gruppi di persone che fanno ginnastica per tenere in forma il loro fisico. E la nostra mente o meglio la nostra anima la teniamo in forma, l’alleniamo? La mia esperienza.

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Ho partecipato con entusiasmo, e anche un po’ di timore, al percorso formativo proposto dal Punto d’Incontro San Giorgio denominato “L’avventura continua….a volte giocare ci insegna ad ascoltare”. I primi 5 incontri si sono svolti nella primavera del 2017 e, vista la richiesta dei partecipanti, sono proseguiti da Gennaio a Marzo del 2018 con ulteriori 5 incontri.

Sentivo entusiasmo perché ero arrivata qualche tempo prima ad approfondire il tema dell’Ascolto e me n’ero appassionata. Avevo capito che poteva essere una spinta a migliorare me stessa e a capire meglio gli altri.

Provavo un po’ di timore perché ero consapevole che avrei dovuto mettermi in gioco, non potevo essere solo spettatrice. Per avere dei risultati avrei sicuramente dovuto partecipare attivamente con tutti i miei compagni di corso.

Tutto si è sempre svolto senza la benché minima forzatura da parte della competente e attenta docente Lidia Lazzaretto, capace di metterci a nostro agio, anche quando qualcuno toccava temi più personali. All’inizio si era tutti più chiusi, ma poi il desiderio di migliorarci ha fatto mettere da parte i nostri timori e ci siamo lasciati andare. Abbiamo capito che nessuno giudicava nessuno, che tutti potevamo esprimerci senza riserva alcuna, se non quella che noi stessi ancora ci ponevamo. Ho cominciato ad aspettare con gioia il nostro appuntamento.

Tempo fa, in altra occasione, dissi a qualcuno che mi piace ascoltare i “respiri della mia anima” perché mi fanno sentire viva. Durante i nostri incontri ho ascoltato anche i “respiri” dei miei compagni e mi sono sentita meno sola. Abbiamo condiviso pensieri, ansie, dubbi, problemi e ci siamo sentiti liberi di farlo.

Giocando abbiamo imparato a riflettere in particolar modo su noi stessi, lo facciamo molto di rado e troppo in fretta, come d’altronde la nostra vita, sempre di corsa, ci porta a fare ormai ogni cosa. Ascoltandomi mi sono poi chiesta qual’era la mia personale crescita e, come diceva Seneca, posso dire che: “Ho cominciato ad essere amica di me stessa!”

Ora il corso è finito ma tutti assieme vogliamo continuare la strada iniziata e abbiamo perciò deciso di proseguire nel percorso incontrandoci una volta al mese per ascoltarci reciprocamente, per condividere le nostre emozioni e per continuare a crescere. È un’esperienza che consiglierei a tutti,  da intraprendere con entusiasmo e un po’ di coraggio, per conoscere noi stessi più in profondità e riuscire così ad affrontare meglio i piccoli o grandi problemi che la vita inevitabilmente ci mette davanti. Perchè sentirsi bene dentro fa vivere meglio fuori!

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Annamaria Sudiero

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Accoglienza e Ascolto nei Vangeli

Caldo punto di riferimento

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Diamo avvio a questa torrida estate, al momento c’è un caldissimo sole di presto mattino, ritornando sugli atteggiamenti chiave che richiamano tutta la nostra progettualità di servizio nei nostri centri di ascolto.

Uno dei detti celebri che ci accompagna è sempre quello che ha caratterizzato i nostri inizi nel 2012: “Il primo servizio che si deve dare al prossimo è quello di ascoltarlo” (Dietrich Bonhoeffer).

Per chi di noi operatori dell’ascolto è credente il messaggio che ci viene continuamente proposto dalle Sacre Scritture è il medesimo, in estrema sintesi. Anzi ne esce rafforzato.

Oggi ci aiutano al riguardo due evangelisti Luca e Giovanni (Lc 10,38-42, Gv 11,27).

Ci riferiamo al noto incontro di Gesù con Marta e Maria, ospitato nella loro casa. Marta si affanna da subito per servirlo e offrirgli la tradizionale ospitalità. Maria invece lo accoglie con attenzione e ascolto, senza preoccuparsi in altre faccende. Creando un po’ di malumore in Marta, tutta presa dal fare.

Quante volte capita anche nel nostro attivismo di essere irritati per come vengono gestite le situazioni in cui siamo coinvolti. Quante volte anche noi, nella nostra attività volontaristica, mettiamo al primo posto il fare. Quante volte nell’incontro con persone che vivono un problema siamo portati ad arrivare subito alla conclusione, ricercando ipotetiche o potenziali soluzioni.

Ma  veniamo ai Vangeli.

“”Qual è la sola cosa necessaria? Quella che Maria sceglie, la parte buona: l’ascolto, l’atteggiamento del discepolo che si mette ai piedi del suo Signore.  L’atteggiamento primo per praticare un’accoglienza vera è prestare ascolto all’altro: chi viene a noi, amico o nemico, è portatore di un insegnamento. Sta a noi riconoscerlo!

Il rischio della via seguita da Marta è quello di sentirsi autorizzati a decidere la vita dell’altro, magari appellandosi al Signore, attribuendo un’autorevolezza spirituale alle nostre parole. La parola che ci giunge attraverso l’altro è a volte una parola scomoda, che ci corregge, come è accaduto a Marta“”.

Che cosa possiamo portarci a casa da questi suggerimenti?

“”… che l’essenziale dell’amore non sta nello spazio del “fare”, ma deve scaturire dal desiderio di accogliere in profondità l’altro …””.

Innanzitutto servono gli atteggiamenti sinceri di accoglienza e ascolto, poi, e solo successivamente, vengono anche il decidere e il fare, se ricompresi in un autentico e rispettoso aiuto.

Gianni Faccin

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Fonti e bibliografia:
  • Vangeli di Luca e Giovanni (cit.)
  • Accogliere: prestare ascolto e indicare, meditazione del 21 giugno 2018 – fr. Adalberto – Monastero di Bose

Il dono del sorriso

Il dono del sorriso
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“Cosa vogliono i giovani:
Quello che tu non pensi,
quello che tu non sogni,
quello che tu pensavi,
e quello che sognavi.
Non credono a quello che vedono,
credono a quello che sentono;
non riesci ad ingannarli.
Perché un sorriso è un sì,
ti seguo e ti comprendo.
Che difficile sorridere!
A quello che non siamo,
a quello che proviamo,
a quello che non sappiamo.
Un sorriso è una promessa di esserci“.
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Beatrice Bertoli
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Ideali vs Realtà

Ideali vs Realtà

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Come conciliare gli ideali con la realtà?

Per non arrivare a questo bivio spesso ci insegnano fin da piccoli a non rincorrere gli ideali, meglio essere prudenti.

Ma non è un prezzo troppo caro da pagare la sicurezza, per non perseguire una vita che ambisce a scopi più alti, come già ci aveva incoraggiato Dante?

“Andare al di là” credo sia la risposta.

Al di là delle apparenze,

al di là del luogo comune,

al di là del “si è sempre fatto così”,

al di là della solita strada,

al di là c’è la soluzione.

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Beatrice Bertoli

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foto Janìph 2018 – Teatro Comunale di Thiene – “Share X-Parience 2018”

Formazione per la cittadinanza

Come scritto anche ieri, è con grande piacere che gli operatori volontari del Punto d’Incontro San Giorgio comunicano di aver finalmente definito i percorsi formativi da proporre alle comunità e alla cittadinanza. Dopo mesi di lavoro e di sperimentazione, ne è scaturito un primo “catalogo”, immediatamente fruibile, che ha avuto il via libera anche dall’Associazione cui il nostro “Punto” appartiene.

Ieri abbiamo potuto visionare la parte relativa ai gruppi, associazioni, comunità. Oggi vediamo la parte relativa alla cittadinanza (singoli e coppie).

Gruppo Coordinamento Creatività

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Formazione per gruppi

E’ con grande piacere che gli operatori volontari del Punto d’Incontro San
Giorgio comunicano di aver finalmente definito i percorsi formativi da proporre alle
comunità e alla cittadinanza. Dopo mesi di lavoro e di sperimentazione, ne è scaturito un primo “catalogo”, immediatamente fruibile, che ha avuto il via libera anche dall’Associazione cui il nostro “Punto” appartiene.

Oggi vediamo la parte relativa a gruppi, associazioni, comunità. Domani la parte relativa alla cittadinanza (singoli e coppie).

Gruppo Coordinamento Creatività

Gruppi


 

Siamo talenti, anime e cuori …

Talenti, anime e cuori

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Siamo in una società incapace di accogliere l’ errore. Il mondo ci vuole perfetti; pettinati, luminosi, vestiti bene, à la page, ordinati ed efficienti.

Tutto questo lo dobbiamo fare seguendo i trend del momento. Ma se la maggioranza non perseguisse  lo scopo? 

E’ facile attribuire l’ etichetta di “malato” a colui che non segue la maggioranza. Oggi è troppo facile. E chi si rifiuta di essere etichettato come tale? Sarà doppiamente emarginato dalla società. 

Ricordiamoci che siamo talenti, anime e cuori.

Siamo la nostra ombra e siamo luce.  

Siamo artefici del nostro destino e, ad illuminarci la strada, dobbiamo pensarci proprio noi”.

Beatrice Bertoli

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Lasciar andare non è …

Proponiamo oggi un contributo del creativo e web designer Sandro Flora, propostoci da Sabrina.15390756_1072332639559523_7904375499812929976_n

Sabrina Dalle Nogare, già tirocinante presso il nostro Punto d’Incontro San Giorgio, è counsellor filosofica. Qualche anno fa ha condotto alcuni incontri con il gruppo di volontari. Oggi partecipa attivamente alle attività del centro come counsellor  volontario. Ci propone questo bellissimo pezzo di Sandro Flora che è anche musicista.

Amare è lasciar andare la paura (di Sandro Flora)

Lasciar andare non significa smettere d’aver cura, ma comprendere che non si può agire al posto degli altri. Lasciar andare non è chiamarsi fuori, ma rendersi conto che non si possono controllare gli altri. Lasciar andare non è far sì che gli altri imparino dalle naturali conseguenze dei loro atti, ma permettere loro di farlo. Lasciar andare non è un’ammissione d’impotenza, ma comprensione che il risultato non dipende da noi. 

Lasciar andare non è biasimare gli altri o cercare di cambiarli, ma tirar fuori il meglio da se stessi. Lasciar andare non è giudicare, ma permettere agli altri di essere umani.

Lasciar andare non è mettersi in mezzo a dirigere tutto ma permettere agli altri di compiere i loro destini. Lasciar andare non è non essere protettivi, ma permettere agli altri di affrontare la realtà. Lasciar andare non è negare, ma accettare. Lasciar andare non è brontolare, rimproverare o discutere, ma vedere i propri difetti e correggerli. 

Lasciar andare non è conformare ogni cosa ai propri desideri, ma prendere ogni giorno come viene avendo cura di se stessi. Lasciar andare non è criticare o mettere a posto gli altri, ma cercar di diventare ciò che si aspira ad essere. Lasciar andare non è piangere sul passato, ma crescere e vivere per il futuro. 

Lasciar andare è aver meno paura e amare di più. 

«Amare è lasciar andare la paura».

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Difficile è ascoltare …

La difficoltà di ascoltare

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Perché è così difficile ascoltare? Senz’altro perché ascoltare non è un bisogno, anzi. Ascoltare significa rinunciare a soddisfare il proprio bisogno di esprimersi. Ma non è questo l’unico motivo.

Ascoltare vuol dire rinunciare a controllare (tutto). Significa accettare di lasciarsi guidare, dirigere e toccare dall’altro. Vuol dire concedere all’altro una libertà e un potere su di sé , come pure rinunciare (almeno momentaneamente) a utilizzare sull’altro il proprio potere.

Più profondamente, ascoltare significa anche correre il rischio di sentirsi confusi, di non capire l’interlocutore, di non riuscire ad aiutarlo e soprattutto di non poterlo salvare. C’è quindi una specie di lutto da vivere, quello della nostra onnipotenza“.

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Pubblichiamo oggi questo pezzo intenso e bellissimo – non ne conosciamo l’autore per ora – propostoci da M. che è venuta qualche settimana fa a visitarci presso il presidio del centro civico di Poleo a Schio.

Possiamo concordare?

 

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Non giudico …

Non giudico, ti  appoggio, ti aiuto se me lo chiedi
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“Non giudico le decisioni che prendi nella vita,
mi limito ad appoggiarti, a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi.
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore,
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,
solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparso tu…
Non sei né sopra né sotto né in mezzo,
non sei né in testa né alla fine della lista.
Non sei né il numero uno né il numero finale e tanto meno ho la pretesa di essere io il primo, il secondo o il terzo della tua lista.
Basta che tu mi voglia come amico.
Poi ho capito che siamo veramente amici.
Ho fatto quello che farebbe qualsiasi amico:
ho pregato e ho ringraziato Dio per te.
Grazie per essermi amico”.
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Attribuita a Jorge Luis Borges, questa lirica è servita all’attore Insinna per commemorare la morte del suo amico Fabrizio Frizzi. A Borges, il grande scrittore argentino, sarebbe piaciuta l’attribuzione, soprattutto perché gli avrebbe consentito d’inventarsi un critico che l’avrebbe smontata e poi un altro critico che invece l’avrebbe difesa.
Gianluigi Coltri
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E’ bellissima questa lirica, di chiunque sia la paternità. Come sempre Coltri sa cogliere l’essenza di testi e poesie e sa ben contestualizzarli.
A noi piace molto la proposta di questo testo perché ben evidenzia i valori del “non giudizio” e dell'”aiuto incondizionato”.
Certamente sono elementi chiave in tutte le relazioni, specialmente nel rapporto d’Amore, quale è la tanto utilizzata parola “Amicizia”.
DTA
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