“E’ ancora un argomento”fragile” che tocco, e con esso i fragili.
Perché cadere nel vortice della droga è una scelta univoca, che non lascia spazio alla ragione.
E’ una scelta non ponderata per tutelarsi dalle ingiustizie di questo mondo.
Quale periodo più vulnerabile dell’ adolescenza, quando si cerca un rifugio nell’adulto che non è in grado di ‘fornire’, o meglio di ‘essere’ esempio?
E’ un vortice che attrae come una risposta mai avuta, una richiesta di aiuto mai esaudita né udita.
E poi il corpo. Non più rispettato diventa protagonista del male
e l’anima, il bene viene confinato in una cieca speranza che non verrà esaudita.
Come spiegare che il bene esiste e ognuno di noi ne è artefice?
Il bene come risposta alla fragilità diventa essenziale, anzi essenza che deve essere toccata dall’adolescente, vissuta.
Con l’ esempio delle figure adulte“.
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