“Abbi sempre il coraggio di prenderti in braccio e portarti in salvo” – Serena Di Caprio

Mi sono sempre piaciuti gli aforismi, le citazioni, perché sono brevi, sintetiche, essenziali. Ma soprattutto perché mi fanno pensare! È come ricevere un pizzicotto che mi fa trasalire o accendere la luce in una stanza buia. Quando ho letto questa citazione, tratta credo da un libro dell’autrice, ho ripensato alla nascita, ormai cinque anni fa, del Punto d’Incontro San Giorgio.
Il nostro intento era, ed è tutt’ora, cercare di aiutare le persone attraverso l’Ascolto autentico. Lasciando per un attimo in disparte il problema che ci viene portato e mettendo al centro la persona, senza giudicare, senza dare opinioni o consigli. Aiutando invece ad intravvedere altre strade, altri sentieri da percorrere per poter affrontare il problema. Farle scoprire le potenzialità che la stessa già possiede, ma che non riesce a vedere. A pensarci bene, come accendere la luce in una stanza buia. Sarà poi la persona stessa a trovare ciò di cui ha bisogno.
Ho sempre pensato, fin dall’inizio del mio servizio al Punto d’Incontro, che le persone che mi sarei trovata di fronte, per il semplice fatto di aver telefonato o di essere lì presenti, avrebbero dovuto avere un po’ di coraggio.
Non è sicuramente facile chiedere aiuto! Specialmente questo tipo di aiuto!
Lo urliamo senza riguardo, quando corriamo un imminente pericolo fisico, perché qualcuno ci possa sentire e ci venga a salvare o semplicemente lo chiediamo quando andiamo dal medico per un malessere palpabile, fisico. Diventa però difficile chiederlo quando è la nostra mente, la nostra anima, ad averne bisogno. Ho provato a chiedermi perché!
Forse ci frena l’orgoglio?
Vorremmo fare tutto da soli perché ci fa sentire orgogliosi di noi stessi. Ci è stato insegnato fin da piccoli a cercare di farcela da soli. È bellissimo riuscirci, ma quando si tratta del nostro benessere l’orgoglio può essere dannoso.
Forse ci blocca la vergogna?
È difficile “mettersi a nudo” davanti ad altri. Il nostro intimo pensiero, ciò che proviamo, le emozioni che sentiamo, specialmente se le riteniamo negative, è sempre stato un qualcosa di privato. Per così dire “i panni sporchi si lavano in famiglia”!
Forse abbiamo paura del giudizio degli altri?
Siamo tutti bravi a giudicare gli altri, sembra lo sport preferito del genero umano, ma siamo giustamente i primi a non voler essere giudicati. E allora, pur avendo ognuno la propria opinione, proviamo per primi a non farlo.
Forse non sappiamo o non riusciamo ad ascoltare noi stessi?
Già, qualche volta ci accorgiamo di avere un malessere, ma non riusciamo ad identificarne la causa o non la vogliamo vedere.
A volte, se ci si sente ascoltati, può bastare una semplice chiacchierata per “sentirsi meglio”. Con un po’ di coraggio possiamo essere noi gli artefici del nostro benessere!
Non aspettiamo di avere l’acqua alla gola!
Annamaria Sudiero