Senza andare a cercare testi importanti troviamo facilmente una buona definizione nel web (Wikipedia).
Il lutto è il sentimento di intenso dolore che si prova per la perdita, in genere, di una persona cara. Il costrutto teorico di lutto presenta rilievi di notevole rilevanza sia in ambito psicologico sia antropologico.
Abbiamo poi il cosiddetto “lutto complicato“, ossia il lutto la cui elaborazione viene interrotta, profondamente rallentata o cristallizzata, per l’impossibilità sostanziale di accettare il significato emotivo della perdita relazionale; in tal caso, quello che è il disagio o il dolore emotivo (anche acuto) che accompagna normalmente ogni lutto, può ampliarsi fino ad assumere forme gravi. Si tratta comunque di un’evenienza piuttosto rara: non si deve infatti scambiare lo stato di pur acuta sofferenza emotiva, anche di diverse settimane o mesi di durata, che accompagna fisiologicamente ogni lutto grave, con un lutto complicato di valenza più problematica.
Abbiamo poi l “lutto traumatico“, ossia il lutto che si instaura a partire da un evento critico, come un decesso imprevisto e improvviso (come ad esempio un incidente stradale o un suicidio); anche se presenta profili di maggiore complessità, non necessariamente un lutto traumatico sfocia in un lutto complicato; spesso è comunque alla base di un trauma psicologico.
In situazioni di lutto complicato o lutto traumatico, può in certi casi essere utile un sostegno specifico.
La condivisione del proprio lutto, il parlarne e l’ottenimento di ascolto e comprensione sono fondamentali.
Ecco come il cinema ci aiuta a meglio inquadrare quel che succede.
Dal film “Come un uragano” di George C. Wolfe 2008: scena in cui la figlia sofferente per la separazione dei genitori e molto arrabbiata con la madre riesce a crescere avvicinandosi alla madre, comprendendola e recuperando il rapporto con lei. Inoltre con tale avvicinamento fatto di tenerezza e comprensione empatica, la figlia aiuta la madre ad iniziare l’elaborazione del lutto. Redazione DimmiTiAscolto.