LA MANCANZA DI ASCOLTO
Negli ultimi giorni mi è capitato di riflettere sull’ascolto.
Personalmente, è stata la prima tecnica di comunicazione che ho imparato; E più passava il tempo, più pensavo fosse quella più semplice e banale… In seguito, però, mi sono accorto che non è proprio così…
Forse dal punto di vista didattico è così, ma nella vita di tutti i giorni, l’ascolto non è sempre così facile, e tantomeno banale.
L’ascolto resta spesso una competenza atrofica. Nelle situazioni di conflitto, poi, l’ascolto è il grande assente!
Praticamente, non c’è pasticcio relazionale che non sia causato, almeno in parte, dalla mancanza di ascolto: non è un caso che nel disagio relazionale quasi sempre ci sentiamo incompresi. Non c’è relazione che fallisca che non sia causata da una serie, spesso infinita, di incomprensioni reciproche.
Ma perché l’ascolto è così importante?
Per lo meno per due motivi.
Il primo è che se non ascoltiamo, non possiamo conoscere esattamente la realtà soggettiva dell’altro. Di conseguenza la nostra risposta non sarà precisa e adeguata.
Il secondo è che se non ascoltiamo, creiamo disagio nell’altro. Di conseguenza, se c’è un problema, quel problema si amplifica. E questo secondo motivo spiega tutto il dolore e la sofferenza che la mancanza di ascolto genera.
Quando ci rivolgiamo a qualcuno, desideriamo essere ascoltati, che significa essere “com-presi” dall’altro. Se non siamo compresi non ci sentiamo neppure considerati, e questo è fonte – spesso – di grande dolore.
È curioso come tutti, in realtà, conoscano il disagio dell’incomprensione, e così pochi si ricordino, quando c’è problema con qualcuno, di restare in ascolto.
Le competenze relazionali sono molte, e qualcuna pure complessa e articolata; ma non c’è competenza relazionale che non comporti l’abilità dell’ascolto alla sua base.
Per cui, se già ci ricordassimo di questa capacità, la maggior parte delle problematiche non arriverebbe a minacciare la relazione, ma soprattutto molta sofferenza sarebbe risparmiata.
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Immagine: Dialogues by Pixabay
Testo di Danilo Toneguzzi, psichiatra e psicolterapeuta tratto da Comunicazione affettiva (https://www.facebook.com/groups/411592766068241)