di Francesca Scolaro e Gianni Faccin –
Seguito di “Bilancio di un decennio” (II)
Le Persone sono state e sono in questa avventura, iniziata nel dicembre di 10 anni or sono, i protagonisti di tantissime occasioni di “incontro autentico”. E hanno realizzato tutte insieme, in reciprocità, il progetto in cui è stato riversato quello che la giornalista Adelina Tadiello chiamò “il sogno” (vedi pezzo precedente).
La parola “sogno” descrive la consapevolezza di un bisogno sociale, ma anche individuale, che era stato colto e di tutto l’impegno che si doveva mettere in atto per realizzarlo.
Capita a volte che l’ascolto diventi non soltanto un ascolto attivo ma che, nell’attenzione autentica e partecipe, si percepisca che l’altro ci dà in custodia e ci dona la parte più intima di sé e questa linfa trasforma tutte e due le parti.
È un’apertura che sa di fiducia, accoglienza, comprensione, gentilezza, amore.
Moltissime le Persone, uomini e donne, giovani e anziani, che si sono rivolte con fiducia al nostro Servizio, trovando la migliore disponibilità possibile.
Molte le Persone che si sono messe a disposizione degli altri, cercando di essere in qualche modo utili grazie alle competenze personali, tutte diverse, e grazie al lavoro non sempre agevole di formazione e condivisione in gruppo. Si è trattato di un mettersi in discussione, lasciare andare le proprie teorie, limitare i giudizi e i pregiudizi. Si è puntato molto anche sul lavoro di accettazione incondizionata che spesso anche nelle relazioni d’aiuto mina alla base la relazione stessa.
Non è possibile rappresentare direttamente il caleidoscopio di relazioni vissute nei nostri “punti d’incontro”. Lo facciamo costruendo una galleria di visi che, affiancati gli uni agli altri, evidenziano la miscela di pensieri, emozioni, sentimenti che ancora oggi ci accompagnano, pur vivendo in un contesto in continuo mutamento.
Noi ci siamo.
.
Immagine in evidenza: a cura GiFa2022 (purtroppo non è stato possibile inserire l’immagine di tutte le Persone che hanno fornito direttamente o indirettamente il loro contributo. Riteniamo la presente una micellanea fotografica simbolica e rappresentativa del “progetto DIMMItiASCOLTO”)