di Gianni Faccin –
Condividere è uno dei migliori strumenti per praticare la pace
E’ impressionante come questa citazione, che promana dall’esperienza e dagli studi del noto monaco zen, che con la guerra ha convissuto, sia attuale. In modo particolare per noi europei e per il mondo occidentale dal momento che pensavamo tutti di vivere sul pianeta felice, sempre concentrati sulle nostre vicende.
Eppure esistono i conflitti bellici, la guerra anche in Europa, le violenze e i suprusi in tutto il mondo anche perché di fronte alle difficoltà si fa tutt’altro che “spartire il nostro e l’altrui” ovvero non si condivide oppure si finge di condividere se non addirittura si manipola la pratica della condivisione. E’ un atteggiamento malato che ci tocca tutti trasversalmente, ma anche dal basso verso l’alto e viceversa.
E’ verificabile come “durante” la condivisione autentica si riesca ad ascoltare in profondità e a comunicare in modo amorevole. Questo perché è possibile seguire delle regole di comportamento che aiutano a isolare le interferenze che ostacolano la comunicazione. E questo sano approccio è estendibile. Non è vietato ricorrervi.
Immaginiamo un gruppo di persone che non si conoscono bene, magari non si conoscono affatto. Fanno esperienza di rilassamento fisico e mentale. Un facilitatore aiuterà nel creare un clima accogliente di calma e di rispetto reciproco in cui tutti si sentano sullo stesso piano. Ogni persona prenderà la parola in un suo spazio temporale e potrà esprimere tutto quello che sente dentro di sè. Nessuno dei presenti può interrompere, correggere, integrare o chiedere. Quello che viene condiviso dovrebbe essere visto come un prezioso gioiello che viene offerto a tutti e posto nel mezzo del gruppo. A seguire ognuno dei presenti può portare il suo contenuto, senza necessariamente riferirsi a quanto ascoltato precedentemente e quindi senza seguire le usuali e frequenti tentazioni di voler integrare, correggere, contrapporre. Importante anche non generalizzare e puntare invece sulla personale esperienza da mettere in mezzo.
E’ in quel “durante” che ognuno può ascoltare e mentre ascolta può sperimentare la propria capacità di ascolto profondo.
Nel “durante” c’è anche un altro passaggio importante e decisivo ai fini dell’ascolto profondo che ha a che vedere con l’ascoltare la propria interiorità. Questa esperienza si intreccia con l’ascolto dell’altro e si può costruire mantenendo l’attenzione al proprio respiro, che è garanzia di apertura verso l’altro. Infatti con questa modalità riusciamo a governare le nostre spinte mentali che sono eccezionali nel voler immediatamente giudicare, intervenire e correggere. Riuscire a realizzare ciò è investire su di noi e sugli altri e contribuire a migliorare il mondo, perché si contribuisce alla fine ad una comunicazione di qualità, ossia libera, rispettosa, non ostile o violenta. Una comunicazione umana di crescita per tutti. Un esempio che rende l’idea, circa il controllo mentale tramite il respiro, è quando siamo in immersione subacquea: non tutti l’avranno provato, ma chi ne ha esperienza può capire facilmente. Solo se riusciamo a stare sul nostro respiro steremo bene e riusciremo a muoverci in profondità con equilibrio e in sicurezza.
Questo racconto non è purtroppo lo specchio di quanto avviene normalmente nelle nostre famiglie, nei nostri gruppi, in azienda, nell’associazione, nel partito, negli enti religiosi, nelle istituzioni locali come quelle internazionali, insomma nella società. Siamo nel 2022 e stiamo ancora usando i carri armati e le sanzioni e la cosiddetta diplomazia pare essere un eccesso di debolezza o un qualcosa di inutile.
Per quanto ci riguarda, è importante e possibile insistere nel praticare la condivisione autentica, nel nostro caso partendo dal basso.
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Citazione: da Introduzione a Thay – Un ascolto profondo – a cura di Tiziana Faggiani – Ubaldini Ed.
Immagine: Sub by Pixabay
Riferimenti: Aiuto efficace – Counselling on the road di Gianni Faccin 2022
E badiamo bene … “chi condivide con gli altri deve stare attento a tenere gli occhi alla stessa altezza”. Dice Wolfgang Sauer
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