Fragili… sì, ma resilienti

di Annamaria Sudiero –

La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci

Tutti noi abbiamo affrontato o affronteremo delle avversità e ognuno lo avrà fatto o lo farà nel modo in cui ne è capace.

Possiamo essere resistenti, non farci scalfire da niente e da nessuno. Essere forti come una quercia, combattere, non chiedere aiuto. Perché ci hanno insegnato che non dobbiamo piangere, che lamentarsi non serve a nulla, che l’uomo deve fare l’uomo, che la donna deve resistere. Ma quando le forze fisiche e mentali inevitabilmente si esauriranno, rischieremo di ritrovarci per terra e risollevarsi diventerà difficile, forse, quasi impossibile.

Oppure possiamo essere resilienti, come un giunco, che oscilla al vento ma non si spezza. Accogliere in noi e mostrare la fragilità del momento, perché la fragilità fa parte dell’essere umano e non ce ne dobbiamo vergognare, ma trovare poi la forza e la motivazione per superare l’ostacolo e riprendere in mano la nostra vita.

Resilienza deriva dal latino “resalio” ovvero l’atto del naufrago di risalire sulla barca rovesciata dal mare.

Quel marinaio, sulla barca, sarà stato sicuramente all’asciutto, ma una volta caduto in acqua e poi risalito, si sarà ritrovato inevitabilmente bagnato fradicio! Come quel naufrago, neanche noi, dopo aver affrontato la nostra “battaglia”, potremo essere nelle stesse condizioni di prima.

La “lotta” ci avrà inevitabilmente lasciato delle “cicatrici” che dovremmo saper riconoscere e magari riuscire a valorizzare.

Un po’ come la millenaria arte giapponese, che prevede l’uso di oro o argento, chiamata “kintsugi” (kin=oro e tsugi=riunire, riparare). La tecnica consiste nell’usare il prezioso metallo per saldare insieme i cocci di un oggetto di ceramica rotto. L’oggetto avrà una nuova vita e, attraverso le “cicatrici” così impreziosite, ogni pezzo riparato sarà unico e irripetibile.

Il kintsugi spiega che la rottura di un oggetto non deve per forza decretarne la fine. Ma le sue crepe diventano preziose trame. Si deve tentare di recuperarlo, e nel farlo lo si può valorizzare. Ognuno di noi può cercare il modo di attraversare con resilienza le avversità, di crescere attraverso le proprie dolorose esperienze, senza nasconderle, ma valorizzandole, convincendosi poi che sono proprio queste che ci rendono persone uniche e preziose.

.

Citazione di Charles R. Swindoll

Immagini dal web

.

Piegarsi senza spezzarsi

Pubblicato da dimmiTiascolto !

Centri di ascolto e di cultura comunicativa - emanazione Gsm San Giorgio Odv

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: