di Beatrice Bertoli –
Essere come un libro aperto: non avere segreti, mostrarsi per come si è.
Un libro è un amico, e può aiutarti.
Ti consola, ti coccola e ti suggerisce quello di cui tu hai bisogno in quel momento.
Quando ero in Inghilterra, come ragazza alla pari, il libro “I pilastri della terra” di Ken Follett dava un senso alle mie giornate.
Apprezzai tutto di quel libro: com’era scritto e quello che raccontava; mi portò dentro il mondo medievale, mentre lo leggevo, seduta tra l’ erba delle colline inglesi.
E, come un amico, mi aspettava al momento giusto per suggerirmi spunti o sopperire alle mancanze della giornata.
Negli anni 2000 feci la maestra e mi accorsi dell’ importanza di valorizzare i libri nelle mie lezioni: portavo libri presi in biblioteca e ne leggevo qualche brano ai bambini in modo da attirare la loro attenzione e accendere la loro curiosità.
Personalmente amo i libri, anche se questa passione mi ha procurato in passato l’etichetta di “secchiona”. Sono convinta che la società tutta sarebbe migliore se le persone trovassero il tempo di prendere tra le mani un libro.
Siano essi di arte, poesia o matematica, i libri sono pronti a darci appunti di vita e diversi punti di vista.
Come è difficile aprire la porta all’altro! E come risulta difficile anche aprire una finestra sul mondo, bloccati come siamo tutti da pregiudizi e paure.
Lo dico per esperienza personale. Io stessa nelle amicizie sono molto selettiva e questo non mi permette di buttarmi priva di quelle barriere protettive che ognuno si costruisce. Mi sono chiesta spesso se la vita sarebbe migliore lanciandosi nella calca senza pensare al “dopo”; intrecciando relazioni spontanee e senza filtri.
Certo, la spontaneità paga sempre.
Però non tutte le persone sono “libri aperti”.
A noi non resta che scoprirci e scoprirle.
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Citazione: by Wikypedia Libro aperto
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