a cura di Ivonne Gecchelin –
Tenuto conto delle finalità del nostro “progetto DIMMItiASCOLTO“, della importanza che abbiamo dato all’Ascolto e del desiderio comune di non fermarci mai nella possibilità di crescere insieme, mi sembra bello condividere un brano tratto dall’ultima enciclica di Papa Francesco, Fratelli tutti.
Mi riferisco ai paragrafi numerati con 48 e 49, ai quali non trovo opportuno aggiungere altro, lasciando – come è mia intenzione – spazio alla riflessione e perché no al confronto tra noi, qui sul blog ma, ancor meglio, nei nostri incontri, che spero inizieremo prossimamente ad intensificare.
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Il mettersi seduti ad ascoltare l’altro, caratteristico di un incontro umano, è un
paradigma di atteggiamento accogliente, di chi supera il narcisismo e accoglie
l’altro, gli presta attenzione, gli fa spazio nella propria cerchia.
Tuttavia, «il mondo di oggi è in maggioranza un mondo sordo […].
A volte la velocità del mondo moderno, la frenesia ci impedisce di ascoltare bene quello che dice l’altra persona. E quando è a metà del suo discorso, già la interrompiamo e vogliamo risponderle mentre ancora non ha finito di parlare.
Non bisogna perdere la capacità di ascolto».
San Francesco d’Assisi «ha ascoltato la voce di Dio, ha ascoltato la voce del povero, ha ascoltato la voce del malato, ha ascoltato la voce della natura. E tutto questo lo trasforma in uno stile di vita. Spero che il seme di San Francesco cresca in tanti cuori».
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Venendo meno il silenzio e l’ascolto, e trasformando tutto in battute e messaggi rapidi e impazienti, si mette in pericolo la struttura basilare di una saggia comunicazione umana. Si crea un nuovo stile di vita in cui si costruisce ciò che si vuole avere davanti, escludendo tutto quello che non si può controllare o conoscere superficialmente e istantaneamente.
Tale dinamica, per sua logica intrinseca, impedisce la riflessione serena che potrebbe condurci a una saggezza comune.
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