di Ivonne Gecchelin
Durante i tre mesi di isolamento ho potuto condividere con due amiche, tutte siamo provate ed accomunate da esperienze familiari di malattia, gli stati d’animo della Speranza e dell’Accettazione.
In questi giorni ho riflettuto sugli incontri del nostro gruppo e ho avuto la sensazione di un ‘attesa, come se ci fossimo preparati al momento in cui ci sarà bisogno di noi.
L’isolamento forzato è diventato una ferita dolorosa per molte persone, ma anche un’opportunità di meditazione e di pace e riflessione su se stessi.
Abbiamo curato le nostre ferite per essere pronti a curare le ferite altrui ed essere pronti se ci viene chiesto di aiutare qualcuno.
Abbiamo lavorato non solo per curare le nostre ferite e quelle altrui, ma per fare delle nostre ferite una fonte di aiuto per gli altri.
Quello che voglio dire non è compartecipare al dolore altrui in modo superficiale, bensì capirlo meglio e avere cura e compassione dell’Altro, quasi una testimonianza, un dono generoso di sé.
È come se noi accogliessimo dei viaggiatori in cerca di acqua fresca, di un cenno di incoraggiamento alla propria ricerca di sé.
Ma i problemi sono i miei o i suoi?
Ecco che, per poter prestare attenzione all’Altro, io devo avere la condizione della pace interiore e riuscire a creare uno spazio libero da ogni peso e da ogni timore, per poter veramente accogliere l’Altro.
Quando non abbiamo più paura di entrare nel nostro nucleo, facciamo nostra l’esperienza del dare perché sperimentiamo che la nostra vita è un dono e ci sentiamo amati dal Creatore, Colui che ha un cuore molto più grande del nostro, e siamo liberi di far entrare gli altri in quello spazio creato per loro con le loro diversità.
Anche la speranza diventa così condivisione.
.
Ospitiamo oggi un contributo nato dalle riflessioni di Ivonne in seguito alla situazione di isolamento dovuto alle restrizioni anti Covid-19. Ivonne Gecchelin, da anni impegnata in campo sociale, è componente del nostro gruppo di operatori volontari nell’ambito del “progetto DIMMItiASCOLTO”.
.
Grazie Ivonne.
