Utilità dell’Orgoglio

Quando uno viene da te e ti chiede aiuto, devi agire come se in tutto il mondo ci fosse uno solo che può aiutare quell’uomo: tu … “.

Oggi ringraziamo Gianluigi Coltri photo, che ospitiamo spesso in questo blog. Proponiamo una sua recensione di luglio riguardante uno scritto di M. Buber, pubblicata nella sua newsletter personale.

Eccola di seguito.

E’ interessante “questa vecchia edizione della straordinaria raccolta messa insieme da Martin Buber (1878-1965), grande voce dell’ebraismo. … E’ la ripresa di un libro che periodicamente, in questi quarant’anni, mi ha accompagnato, con risonanze diverse a seconda dello trascorrere del tempo.
Ma il frammento che mi piace di più resta sempre quello che vi propongo oggi: come orgoglio e ateismo possono trovare presso Dio un significato. Tutto parte dalla concezione che Dio ha fatto bene tutte le cose, dunque anche quelli che a noi sembrano difetti, possono riscattarsi e cooperare per il riscatto. Detto in altre maniere: non c’è un dualismo vita/morte o peccato/grazia, ma è come se tutto venisse ricondotto ad un’unità e quest’unità è il bene.
Pensieri forti, ma anche ironici, divertenti, problematici, spiazzanti: Buber raccolse nel suo libro la saggezza e la sapienza dei vecchi rabbini, vissuti tra il XII ed il XVII secolo, nella grande area dell’Europa centrale. In contrasto a volte con il pensiero ebraico dominante, questi hassidim o chassidim mostrano, nelle loro storie e nelle loro sentenze, una straordinaria efficacia. Più della riflessione teologica o del formalismo religioso, nei loro detti la vita si confronta con la Bibbia, sempre con fervore ed entusiasmo“.
Eccoci al frammento citato:
“”Rabbi Moshe Loeb diceva: “ Non esiste qualità o forza nell’uomo che sia stata creata inutilmente. E anche tutte le qualità basse e malvagie possono essere sollevate al servizio di Dio. Così per esempio l’orgoglio: quando viene elevato si muta in nobile coraggio nelle vie di Dio. Ma che sarà stato creato l’ateismo? Anch’esso ha la sua elevazione nell’atto di pietà. Poiché quando uno viene da te e ti chiede aiuto, allora tu non puoi piamente raccomandargli “abbi fiducia e rivolgi la tua pena a Dio”, ma devi agire come se non ci fosse Dio, come se in tutto il mondo ci fosse uno solo che può aiutare quell’uomo: tu solo “”.

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Fonti

  • Martin Buber, “I racconti dei Chassidim”, Garzanti, 1979)
  • Gianluigi Coltri, Newslettr Gianluigi Coltri, “Libro” -uscita del 26/7/2018)

 


 

Pubblicato da dimmiTiascolto !

Centri di ascolto e di cultura comunicativa - emanazione Gsm San Giorgio Odv

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