Giusto una settimana fa usciva il pezzo “Dignità” di Beatrice Bertoli.
Serena Maria Corrà commentava: “”Nella frenesia della quotidianità spesso non ci si accorge della tensione a cui veniamo tutti sottoposti, questo può minare in vari modi le persone più fragili o con patologie silenti, ma in realtà tutti noi ne siamo in qualche modo coinvolti. Allora guardandosi dentro sentendo le nostre tensioni, potremmo capire meglio le tensioni e le reazioni delle persone con disturbi psichici.
A volte il confine della “ normalità “ è labile“”.
Ecco oggi una integrazione di Beatrice in risposta.
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Andare oltre …
Cara Maria Serena, rispondo volentieri al tuo commento; come ho già scritto ci tengo alla possibilità data all’uomo che è quella di andare oltre. Il confine con la follia è labile e fa paura proprio per questo.
La follia va intesa come mezzo ulteriore per vivere pienamente la vita. Chi proibisce questo o lo limita, limita la libertà dell’ individuo. Perché nel rispetto vige la libertà e di quest’ultima fa parte la follia.
Spaventiamoci pure, quindi, quando facciamo automaticamente quello che dovremmo fare per non disturbare le quiete coscienze di coloro che vivono nella sicurezza del “giusto”.
Spaventiamoci pure di quelli che sanno sempre cosa fare e cosa dire.
Spaventiamoci pure delle cose non dette, spaventiamoci del non fatto e spaventiamoci sempre della normalità.
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Beatrice Bertoli
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