Dice Alfonso Arbib: “Ascoltare la Torà è fondamentale e spesso non semplice perché si tratta di essere pronti a recepire messaggi non sempre comodi e inattuali”.
Ascolto come stile di vita? Anche sì! Abbiamo visto come si trovino importanti legami e spunti nel Vangelo e nel Talmud. Lo stesso troviamo nella Torah. Si manifesta così di fondamentale importanza l’atteggiamento umano verso non solo quanto viene declamato, comunicato, ma in particolare verso l’interiorizzazione di messaggi universali aventi alto valore spirituale che sono tramandati nei secoli. Attraverso le cosiddette Sacre Scritture.
Ecco alcuni passi riguardanti lo studio della Torah, illustrati in moked.it – portale dell’ebraismo italiano: moked/מוקד
Ascoltare
di Roberto Della Rocca, rabbino
“”Yitrò, suocero di Moshè e prototipo di una sincera conversione all’ebraismo, porta nella radice del suo nome – y t r – il significato di un qualcosa che si aggiunge. La Parashah di Yitrò, che contiene anche le Dieci Parole, si apre con l’azione dell’ascolto (Shemòt, 18; 1) perché, diversamente da altri che sentono ma non ascoltano, Yitrò òde e comprende a fondo il messaggio della Torah.
Si potrebbe dedurre che il valore aggiunto che può apportare una persona che vuole far parte del popolo ebraico dipende anche da quanto quest’ultimo è veramente aperto ad ascoltare e ad apprendere””.
Saper ascoltare
di Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano
““I Chakhamìm considerano l’esperienza del midbàr – deserto – premessa fondamentale per poter ricevere la Torah. Perché? Ci possono essere ovviamente varie risposte a queste domande, una di queste è che il deserto rappresenta l’umiltà (Avrahàm dice di se stesso “Io sono polvere e cenere”). Ricevere la Torah significa innanzitutto ascoltare il messaggio divino. La parashà del Matàn Torah comincia con le parole “E ascoltò”. Senza capacità di ascolto è impossibile ricevere la Torah, per essere capaci di ascoltare è necessario non considerare se stessi al centro dell’universo ed essere capaci di mettere da parte la propria superbia per mettersi nelle condizioni di ricevere il messaggio divino””.
Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano