In breve possiamo dire che la differenza sostanziale tra giudizio e pregiudizio consiste nella fondatezza del primo che si basa delle cosiddette prove e nell’inconsistenza del secondo, in quanto risulta basato solamente su supposizioni, su informazioni incomplete o analisi imparziale dei fatti. Non è impossibile che un giudizio, quindi basato su prove certe, corrisponda a un pregiudizio, ma il valore del primo è certamente più alto e fondato.
Dal blog del noto scrittore Mauro Cason maurocasonscrittore.wordpress.com/

In teoria il pregiudizio è un giudizio già espresso, comodo da tirare fuori nei momenti in cui occorre decidere velocemente, senza dubbi o tentennamenti: i pregiudizi sono funzionali e preziosi quando c’è da capire se una situazione è rischiosa e da evitare, o se una persona ci può aggredire o è pericolosa.
Quando un bambino vive una situazione sconosciuta osserva il comportamento del genitore presente, se questi è tranquillo e sorridente anche il bimbo sarà sereno, se invece esprime paura e preoccupazione il bambino mostrerà paura e profonda preoccupazione.
I giudizi si apprendono ed i pregiudizi spesso ci salvano la vita.
Sono quindi elementi del tutto naturali, scorciatoie mentali che ci permettono di prendere decisioni “appropriate” rispetto ad eventi o persone che possiamo far rientrare nel “cassetto” del giudizio.
Gli adulti, ricchi dell’esperienza propria e collettiva, hanno moltissimi pregiudizi rispetto a situazioni e persone (sul matrimonio, la suocera, le persone di colore, gli omosessuali) ma…
Giudizi e pregiudizi sono come una cornice che delimita le possibilità, le probabilità che le cose (o persone) siano diverse da come ce le siamo dipinte nella nostra mente, da come le abbiamo sempre viste; i giudizi ci impediscono di vedere il mondo al di là dei nostri occhi, come guardassimo il mondo da una finestra e fossimo convinti che quello è il mondo e non una rappresentazione parziale di ciò che percepiamo. Confondere e far coincidere i due piani (la realtà e la rappresentazione della realtà) ci permette di avere delle certezze immediate ma toglie moltissime opportunità alle persone di essere differenti, diverse da ciò che noi vogliamo (paradossalmente) che siano.
Se le cose sono differenti, dovremmo cambiare anche i nostri giudizi radicati e conservati da anni nel cassetto chiamato “le cose stanno così”. Cambiare è in qualche modo “contro natura”, perché significa perdere equilibri per trovarne di nuovi… e ci si sente perduti, smarriti, come l’equilibrista che lascia il trapezio per girarsi e prendere quello che sta arrivando. Ecco, c’è un istante in cui è in aria, senza alcun appiglio, e fiducioso di trovare un altro trapezio proprio lì, al posto e momento giusto.
Quel momento, magico e straordinario, di assenza di punti di riferimento, è aprirsi di orizzonti e possibilità.
Diamo possibilità alle possibilità””.