Troviamo in unaparolaalgiorno.it la spiegazione di illusione. “Distorsione di una percezione, dal latino: illusio, composto da in rafforzativo e ludere scherzare – da ludus gioco. Dal significato di ironia è passata a quello di derisione, e solo tardivamente ha assunto quello di ingannevole. Siamo molto abituati a connotare l’illusione nel senso di falsa speranza: questo perché è il significato che ci brucia di più, e che in effetti ben risponde all’etimo che suggerisce una presa in giro, un’ironia maligna. Ma allargando la visuale notiamo che il senso ampio di distorsione di una percezione è un gran cavallo di battaglia della nostra vita – dalla stupita ricerca delle illusioni ottiche alle illusioni d’evasione dei paradisi artistici o artificiali: in generale il contrasto fra apparenza e realtà è parecchio sentito, essendo un assurdo intuitivo al cui stridore tutti arrivano, fosse anche solo dolorosamente, nel rapporto fra la percezione di sé e quella degli altri“.
In ogni caso l’illusione è un fenomeno concreto presentissimo in tutte le situazioni della persona e nelle interrelazioni personali. Essa è “qualcosa che esiste e crea molti danni ma non fa riferimento a niente di reale” (Virginia Cioni).
Riportiamo in proposito un intervento esperienziale della nota professionista succitata, tratto dal suo blog donneincontatto.blogspot.it.
“”In genere l’illusione viene usata come meccanismo di protezione dalla frustrazione.
Soprattutto nelle relazioni interpersonali, quando desideriamo ardentemente qualcuno che non ci ricambia o non ci corrisponde più come un tempo, continuiamo a raccontarci che magari ci sono motivi che giustificano quel comportamento, a volte esterni (è un brutto periodo… ha tanti problemi al lavoro o in famiglia…) altre volte interni alla relazione.
Questi ultimi possono assumere diverse forme, da quelle che sanciscono una crisi (c’è qualcosa nel rapporto che non va…) per finire in quelle che biasimano l’altro adducendo la responsabilità a se stessi (ho esagerato… sono io sbagliato/a… non gli ho dato abbastanza… dovevo fare qualcosa prima… ecc…).
Quando accade questo, la prima cosa da fare è cercare di ripercorrere gli eventi secondo un punto di vista obiettivo, perché l’oggettività è il primo antidoto all’illusione.
Tutte queste forme di giustificazioni hanno il solo scopo di mantenere l’altro immune dalla responsabilità, per lasciarlo tale e quale a come avevamo bisogno di immaginarlo.
Ed ecco l’aggancio con la frase della Merini (foto sotto).
Spesso il partner si mostra subito per quello che è: anche fra le righe di gesti, dialoghi e vissuti emotivi, emergono segnali che da qualche parte vi colpiscono e porterebbero all’accendersi di spie di allarme, che spesso decidete ostinatamente di ignorare.
A volte volete continuare a non vederle anche se sono ormai sirene di ambulanza e luci abbaglianti.
Nelle ricadute di relazioni tossiche basta che il partner – restando nella metafora – vi racconti che è stato solo un brutto scherzo di qualcuno che ha chiamato il 115, che l’importante è che ora lui/lei è qui con voi e non potrà succedere niente di brutto.
Ecco allora che il piromane all’improvviso si trasformerà nel vigile del fuoco dei vostri sogni!
Vedendo in lui/lei la creatura che più di ogni altra possiede le caratteristiche che voi amate e di cui avete assoluto bisogno, come poterne fare a meno?
L’illusione ha bisogno di alimentarsi, di energia continua che togliete a voi stessi per attribuirla all’altro. Man mano che il tempo passa diventa sempre più difficile sciogliere l’incantesimo. Sapete perché?
Perché la cosa più difficile da accettare è che vi siete ingannati da soli.
Che il partner ha ben aderito ai vostri bisogni ma che la dinamica è stata di entrambi.
Scoperto questo, non resta che decidere.
Restare e continuare all’infinito a disperdere energie vitali oppure andarsene e cominciare a reinvestire su voi stessi.
“A volte è solo uscendo di scena che si può capire quale ruolo si è svolto” (S.J.Lec) “”
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