
“Si acquisisce la capacità di ascoltare davvero quando si riesce a creare un vuoto dentro se stessi per fare spazio alle parole dell’altro. Il comportamento dell’ascoltare è un comportamento complesso. La capacità di ascolto si sviluppa attraverso la creazione di un silenzio interiore e l’allontanamento dai propri pensieri e dalle proprie emozioni, al fine di concentrarsi sulle parole, pregne di emozioni, che l’interlocutore invia. L’ascolto in questo modo diventa attento (ascolto l’altro e riassumo la sua comunicazione), interessato (mi interessa ciò che lui mi dice), empatico (ascolto l’altro e vedo il problema come lui lo vede), attivo (rispecchio i sentimenti, riformulo contenuti confusi, per aiutare a rimuovere ostacoli interni e trovare soluzione ai problemi).
L’ascolto attivo integra, come ci insegna la psicologia umanistica di Rogers, tre funzioni fondamentali della relazione:
– ascoltare in maniera accogliente e partecipativa,
– rispecchiare i sentimenti della persona a cui si dà attenzione affinché lei possa riconoscerli e definirli,
– riformulare le sue idee per riordinare e sistematizzare quanto viene detto in modo confuso e disorganico.
In tal modo la persona riesce a rimuovere gli ostacoli interni che le impediscono di cogliere la possibilità di soluzione ai suoi problemi e riesce ad attivare la capacità che permette ad ognuno di ritrovare in sé la spinta ad agire secondo il proprio essere”.
(Elisabetta Leslie Papacella, tratto da “Pensare all’ascolto per favorire le relazioni educative” – Ed. Babelenews.net)
