Stelle

“Pittura, strascichi di colori, infinite sfumature,
Si esprimono chiuse insieme in un puntino di luce.
Attorno tanti uguali e mai uguali fuochi,
che a collegarli si fan disegni.
Seguono ogni vita che nasce loro sotto e l’accompagnano sempre.
Stelle, ruotando vi opponete alle ombre,
Spargete di nuova energia terreni seminati di pensieri,
sotto cieli irrigati di intuizione, creatrici di genialità,
generate, cadendo, la vita“.
Nicola Faccin

E le stelle non stanno a guardare si potrebbe dire, manipolando il titolo di una celebre opera di J. A. Cronin. Anzi generano, sono fonte di generatività.
Ma cos’é la generatività? Secondo E. Erickson “generatività” è la capacità propria della persona adulta di uscire da una concezione individualistica tesa a concentrare le energie mentali e le preoccupazioni su di sé, per potersi dedicare e prendere cura dell’altro. E generare non è azione solo biologica, ma sociale e simbolica. Non si limita a mettere
al mondo, ma implica anche il portare a maturazione, il prendersi cura nel tempo. Da questo arriviamo alla “generatività sociale” come nuovo paradigma del vivere insieme.
Secondo Chiara Giaccardi-Mauro Magatti, la generatività sociale implica la capacità di tenere insieme quattro movimenti, che non possono prescindere gli uni dagli altri: desiderare (una spinta vitale senza la quale nulla è possibile); mettere al mondo (far nascere, far rinascere, dare inizio a qualcosa che non c’era); prendersi cura (movimento senza il quale nulla può durare) e infine lasciar andare: per mettere veramente al mondo occorre tagliare ogni cordone ombelicale, e “autorizzare”, ovvero passare il testimone,
riconoscere che la realtà che si è messa al mondo o rigenerata può camminare con le sue gambe, anche su vie nuove”.
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