Recensione e commento di Gianluigi Coltri, poeta, scrittore e studioso.

«Facciamo un gioco, maestra…» Mancava poco alla campanella e i bambini erano stanchi. «C’è un gioco molto bello, ma anche molto difficile» disse pensosa la maestra. «In realtà è un esercizio per bambini più grandi…mi pare che voi siate ancora troppo piccoli». Così diceva la maestra, guardando dubbiosa la classe.
I bambini si erano fatti attenti. «Proviamo lo stesso, maestra» dissero alcuni. «Sì, sì…» gridarono subito gli altri.
La maestra fingeva indecisione. Poi sembrò convincersi. «Va bene, proviamo. Ma non credo che ce la possiate fare…non tutti, almeno. Dovrete proprio mettercela tutta». E finalmente spiegò: «Faremo il gioco del silenzio. Ogni bambino deve stare fermo fermo, zitto zitto, senza fare il più piccolo rumore. E allora riusciremo tutti insieme ad ascoltare il silenzio. È una cosa molto difficile, vedrete, non è facile proprio per niente…ma proviamo lo stesso, se volete. Per la prima volta tentiamo di ascoltare il silenzio per un intero minuto».
(Carlo Sini, “Il gioco del silenzio”, Mimesis, 2013)

“”Dentro la collana di piccoli saggi filosofici etichettati dall’Accademia del Silenzio, è presente anche Carlo Sini, uno dei grandi pensatori del secondo Novecento italiano, docente di filosofia teoretica a Milano, autore di una cinquantina di libri. Beh, questo è forse il più piccolo, ma non è meno denso dei suoi saggi su Spinoza o Wittgenstein. L’autore parte da un gioco, che tutti, credo, prima o poi, abbiamo fatto o abbiamo fatto fare (ai figli, in auto, magari). Il gioco del silenzio, che la supplente, la maestrina propone ai bambini, che un po’ capiscono e un po’ invece restano disorientati, con la difficoltà di mantenerlo, il silenzio, prima ancora di ascoltarlo. Silenzio che è, soprattutto, esplorazione di sé, ascolto di sé, ma è anche paura (abbiniamo la morte al silenzio), vuoto, assenza, ascolto, paura, sonno… In poche decine di pagine, Sini riesce anche a infilare il silenzio di Dio (tema caro all’ebraismo, prima ancora che al cristianesimo), ma anche quello della ragione (che per Nietzsche genera mostri), quello del filosofo (come si fa con l’inesprimibile? Assenza di parola?), per finire con l’arte del silenzio (il silenzio è il “prima” e il “dopo” di ogni cosa)””.

Foto Antonio Lupi