Incontrare – Giungere alla presenza di qualcuno o qualcosa, imbattersi, affrontare dal latino incontrare, derivato dell’avverbio incontra. “Siamo davanti a due enti, due forze, di cui almeno una si muove verso l’altra (etimologicamente, ‘contro’), e che comunque l’una verso l’altra sono rivolte. Il bello è che non cozzano. Convergono in un luogo comune, si soffermano. Perciò quello che potrebbe parere un moto schiettamente aggressivo non lo diventa per forza, anzi. Perfino i pugili che si incontrano sul ring (e che in effetti se le danno sode) lo fanno in un contesto di sportività, quasi di cavalleria. Figuriamoci se poi ci allontaniamo da situazioni del genere: l’incontrare e l’incontrarsi esprimono nella maniera più trasparente il loro senso di confronto, di contatto, per quanto spesso accidentale, non programmato – abbracciando sfumature che vanno da quell’affrontare fino all’imbattersi. Pensiamo a quando incontriamo lo sguardo della persona che ci fa venire la testa leggera; pensiamo a quando ci incontriamo in spiaggia più o meno sempre alla stessa ora; pensiamo al piatto che incontra davvero il nostro gusto.
Poi, se si guarda sui dizionari, l’analisi della casistica d’uso di questo verbo è sterminata – prende ora la forma del transitivo (incontro un cinghiale), ora dell’intransitivo pronominale (il sindaco si è incontrato con il comitato), ora del riflessivo reciproco (si sono incontrati al bar), ora dell’uso assoluto (il film incontra molto). Ciò che fa davvero la differenza è conservare la consapevolezza dell’immagine fondamentale del verbo, con tutta la sua grazia: una convergenza nell’istante”.
(dal sito unaparolaalgiorno.it)
E l’Aiuto? ” … È chiaro che però sia proprio il momento di difficoltà a far risaltare questo atto…
… Allora riesce come atto nobile, di alta umanità e di grande delicatezza: anche prestare il giusto aiuto non è facile, così come spesso non è facile accettarlo…”