Tra qualche mese saranno cinque anni di vita del Punto d’Incontro San Giorgio. E’ un periodo molto intenso di pensieri, emozioni e azioni. I volontari del gruppo stanno lavorando allo scopo di dare ad ognuno una rinnovata visione, una rafforzata motivazione, verso una delle attività più importanti, più coinvolgenti e anche più difficili: ascoltare in profondità i racconti della vita.
![fragibilita_470x260[1]](https://dimmitiascolto.files.wordpress.com/2017/10/fragibilita_470x2601.png)
Si prosegue nelle attività che sono pilastro portante del Punto d’Incontro San Giorgio, ossia i Presidi di accoglienza e ascolto presso due punti d’incontro a Poleo di Schio (il centro civico e la canonica), la Comunicazione verso la cittadinanza con l’invio a tutti i residenti del quartiere di riferimento (cinquemila notiziari e volantini), il fare Rete unendo le risorse esistenti con altri centri di ascolto della zona, la Formazione interna verso i volontari dell’ascolto e la Formazione verso la cittadinanza con l’aiuto di importanti professionisti.
Tutto ciò si integra nella continua Ricerca che i singoli e il gruppo mantengono costante per una personale crescita e per una crescita del gruppo stesso. Il percorso si inserisce inoltre in una esperienza che si definisce “Gruppi d’Incontro“, in cui il cambiamento personale è la trasformazione della persona che può avvenire grazie all’esperienza diretta vissuta in piccoli gruppi d’incontro volta a volta formatisi. Ed è questo il succo della Formazione che viene rivolta ai volontari stessi e alla collettività. Cardine di tutte le attività è quindi l‘ascolto autentico che rimane il focus centrale dell’esperienza del Punto d’Incontro San Giorgio, autentico perché riesce a farsi prendere dalla grandezza dei racconti della vita.
Ecco allora il pensiero dedicato a chi riesce a farsi coinvolgere dalla grandezza dei racconti portati dalla vita delle persone. A chi svolge professioni educative, sociali, di cura, e accompagna storie fragili o bloccate a generare altra storia.
“Quando ascoltiamo le voci della vita non c’è spettacolo, c’è il sacro della vita umana. E chi ascolta – come a noi capita per mestiere – è preso dalla grandezza dei racconti della vita, dalle possibilità dell’umano che in esse si schiudono”. (Pietro Clemente, Antropologo)
– a cura di Gianni Faccin –